Ci sono tecnologie che hanno il potere di segnare un prima e un dopo. E il cloud è una di queste.
Pensiamo già solo al modo in cui ha trasformato la gestione dei dati e delle risorse. Il cambiamento è stato così radicale da far emergere nuove esigenze e nuove sfide che hanno avuto il bisogno di essere poste all’interno di una cornice normativa chiara e trasparente, così che fosse più semplice capirle.
Per questo, la compliance al GDPR è diventata, dal 2018, una priorità assoluta per le imprese che sfruttano le potenzialità offerte dal cloud.
Ma in che modo il GDPR può tutelarti nella scelta di un servizio di cloud computing? E soprattutto, cosa significa GDPR?
Se cerchi delle risposte le troverai sicuramente in questo articolo, in cui cercheremo di fornirti una panoramica, il più completa possibile, su come cloud e GDPR si intreccino armoniosamente.
Pronto a scoprire di più? Cominciamo allora.
Cos’è il GDPR?
Il GDPR è un regolamento dell’Unione Europea incentrato sul trattamento dei dati personali e sulla privacy, entrato in vigore a partire dal maggio 2018.
Ha un’unica missione principale: rafforzare la protezione dei dati personali dei cittadini europei o che risiedono in Europa, restituendo a te il pieno controllo sui tuoi dati personali.
Prima della sua entrata in vigore, il contesto normativo che si occupava della protezione dei dati era molto complesso e frammentato. Ed è qui, con il GDPR che c’è stata la prima grande semplificazione: attraverso le sue regole è stato possibile rendere conforme le norme sulla privacy all’interno dell’UE, creando una sinergia di protezione dei dati a livello continentale.
È questo il motivo per cui, in Italia, sono stati abrogati articoli del Codice civile sulla protezione dei dati che erano in contrasto con il GDPR riuscendo, finalmente, a delineare una normativa che si adattasse alle esigenze digitali di chiunque.
A chi si applica il GDPR?
La risposta è semplice: tutti coloro che, in Italia o in qualsiasi paese dell’Unione Europea, trattano, sia in modo automatizzato che non, interamente o parzialmente, dati personali.
Ma i confini europei non rappresentano un limite, perché il GDPR si estende anche a tutti coloro che operano al di fuori dell’Unione Europea, ma offrono beni e servizi a persone che risiedono nei paesi europei o monitorano il loro comportamento.
Questo significa che, indipendentemente da dove ti trovi nel mondo, se gestisci o hai a che fare con i dati dei cittadini europei, il GDPR si applica anche a te.
Eppure, c’è un’eccezione.
Ed è rappresentata dalla situazione in cui il trattamento dei dati personali non rappresenta una parte essenziale della tua attività e non crea rischi per le persone.
Ecco, in questo caso sei sollevato da alcuni degli obblighi, come ad esempio la nomina del responsabile della protezione dei dati.
Quindi, finora abbiamo chiarito che il GDPR è uno strumento efficace per la gestione trasparente e corretta dei dati personali.
Non ci resta che capire
Cosa si intende per dato personale?
I dati personali sono informazioni che identificano o rendono identificabile una persona fisica. Puoi immaginarli come una finestra sulla vita di una persona, perché rivelano le sue caratteristiche, abitudini, stili di vita, relazioni personali, stato di salute, ecc.
Non tutti i dati personali sono uguali: ci sono quelli che permettono l’identificazione diretta, come il nome, il cognome, le immagini; e quelli che consentono l’identificazione indiretta, come il codice fiscale, l’indirizzo IP o il numero di targa.
Altri, invece, sono particolarmente sensibili e rientrano in categorie specifiche, come l’origine razziale o etnica, le convinzioni religiose o filosofiche, le opinioni politiche, l’appartenenza sindacale, la salute o la vita sessuale. E di questa categoria fanno parte anche le informazioni sulle condanne penali e i reati commessi da una persona.
È dalla natura di questi dati che riusciamo a comprendere
perché è importante il GDPR
Perché garantisce diritti cruciali, come quello di accesso, rettifica, cancellazione e limitazione dei propri dati.
Perché spinge le aziende ad una maggiore responsabilità e trasparenza nella gestione dei dati personali, semplificando e promuovendo il commercio e la cooperazione tra i diversi paesi europei.
Diverse sono le ragioni, ma tutte puntano a costruire un rapporto di fiducia nell’uso di tecnologie e servizi digitali come il cloud, permettendo a te di avere il pieno controllo e la piena consapevolezza sull’uso dei tuoi dati.
Capirai, quindi, quanto sia importante scegliere servizi di cloud computing che garantiscano la compliance al GDPR.
Ma in che modo la compliance al GDPR ti tutela nella scelta del cloud?
Semplicemente scegliendo un cloud provider che sia conforme al GDPR, e per capire se lo è ci sono diversi aspetti che possiamo valutare.
Il primo di questi è l’ubicazione geografica dei data center in cui i tuoi dati vengono archiviati. Non tutti i cloud provider offrono piena trasparenza su questo aspetto, ma il GDPR impone regole chiare.
I tuoi dati personali possono essere trasferiti solo verso paesi extra UE che garantiscono determinate condizioni.
Queste includono la valutazione dell’adeguatezza delle normative locali sulla protezione dei dati da parte della Commissione Europea, oppure l’adozione di adeguate garanzie contrattuali tra le parti coinvolte.
Ma oltre all’ubicazione geografica, c’è anche la protezione fisica e ambientale dei data center da considerare.
Ma prima di indagare nello specifico cosa vuol dire, cerchiamo di inquadrare cosa sia un data center.
Data center: il cuore del cloud computing
Un data center è una struttura fisica utilizzata dalle aziende per conservare e gestire applicazioni, servizi e dati aziendali.
È un luogo in cui puoi ospitare strumenti come server, reti o altri tipi di infrastrutture IT, progettato per garantire un ambiente affidabile e sicuro per l’archiviazione, l’elaborazione e la gestione dei tuoi dati aziendali.
Per questo, nel momento in cui decidi di acquistare servizi cloud devi cercare provider che ti garantiscano la massima sicurezza nei loro data center. E il modo migliore di farlo, è scegliere cloud provider che rispettino il principio del
Data Protection by design
Nella tutela dei dati, il GDPR promuove l’approccio “data protection by design”.
Ciò significa che i fornitori di cloud computing devono implementare misure di sicurezza fisica e ambientale adeguate per garantire la riservatezza, l’integrità e la disponibilità dei tuoi dati.
E questo include l’utilizzo di un data center che rispetti determinati standard di certificazione, come SSAE 16, SOC 2, e ANSI/TIA -942 Tier x level, e la garanzia di aspetti come la crittografia dei dati sia in fase di conservazione che di trasmissione, l’anonimato degli stessi negli ambienti di test, e l’implementazione di processi di gestione degli incidenti.
Non puoi, infatti, tralasciare i Data Breach nella tua valutazione: vale a dire la violazione dei dati di sicurezza.
Il GDPR obbliga alla comunicazione entro 72 ore di qualsiasi violazione dal momento in cui il titolare del trattamento ne è venuto a conoscenza.
L’ideale sarebbe adottare processi di gestione degli incidenti condivisi.
Conclusioni
Il GDPR ha rivoluzionato il modo in cui gestiamo dati personali e ha imposto regole chiare e rigorose per proteggere la tua privacy e quella di tutti i cittadini europei.
Scegliere, quindi, un servizio di cloud computing conforme al GDPR è fondamentale se vuoi avere il controllo dei tuoi dati ed essere sicuro di come vengano utilizzati.
Per questo ti consigliamo di affidarti a data center collocati in Italia, in questo modo avrai la certezza che la tua privacy sarà tutelata e che i tuoi dati resteranno sempre nei confini europei.
È questa la ragione per cui noi di ARCmedia ,da sempre, scegliamo datacenter 100% italiani. Perché non scendiamo a compromessi sul rispetto degli standard di sicurezza e conformità in tutti i nostri servizi.
Il rispetto della tua privacy per noi è una priorità.
Se vuoi saperne di più, scopri le nostre soluzioni cloud o scrivici per una consulenza personalizzata.